Antagonisti del recettore istaminergico
Uno dei principali mediatori della secrezione acida gastrica è l'istamina, un composto azotato coinvolto nei processi digestivi. Gli antagonisti del recettore H2 istaminergico sono dei composti strutturalmente analoghi all'istamina che, inibendo l'attività dell'enzima adenilato ciclasi, diminuiscono la secrezione gastrica.
Gli H2 antagonisti (ranitidina, famotidina ) erano sostanze molto utilizzate in passato, ad oggi sostituite da i più efficaci inibitori di pompa protonica. Questi ultimi infatti hanno dimostrato, rispetto agli H2 antagonisti, una più rilevante efficacia terapeutica in durata, miglioramento dei sintomi, risoluzione della patologia e, nei casi più gravi, cicatrizzazione delle lesioni esofagee.
Rimedi per digerire by Farmacia33
Oltre ai già citati farmaci da banco per problemi di digestione come Gaviscon, Maalox, Maalox Plus e Geffer, cosa possiamo assumere se veniamo colti da cattiva digestione dopo aver mangiato?
Ecco una breve lista di prodotti efficaci e non aggressivi:
Inibitori irreversibili della pompa protonica
Gli inibitori irreversibili della pompa protonica, meglio noti come gastroprotettori, sono composti che si legano in modo covalente alla pompa H+, K+ ATPasi gastrica, inducendo un'azione bloccante appunto irreversibile. I più noti e largamente utilizzati sono Omeprazolo, Lansoprazolo, Esomeprazolo e Pantoprazolo; questi sono farmaci che bloccano totalmente la secrezione di acido e la loro somministrazione ripetuta per periodi prolungati condurrebbe a percentuali di guarigione maggiori e diminuzione di casi di recidive.
La modalità di assunzione prevede che gli inibitori di pompa vengano assunti mezzora prima di ogni pasto, se necessario anche in doppia somministrazione; uno studio scientifico infatti dimostra come la doppia assunzione dei farmaci prolunghino il meccanismo d'azione. Non bisogna però sottovalutare gli effetti collaterali e pertanto ridurre il dosaggio al minimo a seguito del trattamento della fase severa del reflusso. In passato si usava associare agli inibitori di pompa, soprattutto nelle ore serali, i farmaci antiistaminergici in quanto sembrava consentisse un'accelerazione dello svuotamento gastrico. Ad oggi questa pratica è stata abbandonata.
Farmaci antiacidi
I farmaci antiacidi sono basi deboli che interagiscono con l'HCl presente nello stomaco dando luogo alla formazione di sali e aumentando il valore del pH gastrico, rendendolo appunto basico.
Tra gli antiacidi più famosi e utilizzati troviamo:
- il bicarbonato di sodio ( in grado di correggere l'acidosi metabolica ),
- l'idrossido di magnesio,
- il carbonato di calcio,
- idrossido di alluminio,
- il magaldrato ( consigliato quando gli altri antiacidi provocano stipsi o diarrea ),
- citrato di sodio,
- il sodio alginato.
Gli antiacidi sono farmaci da banco e vengono consigliati per ridurre sintomatologia quale il bruciore di stomaco o la flatulenza, pensiamo al comunissimo Maalox.
Di largo utilizzo anche il Gaviscon, specialità medicinale contenente acido alginico: esso è una sostanza di origine vegetale estratta dalle alghe brune che non presenta proprietà antiacide ma è in grado di intrappolare il reflusso del succo gastrico con un'efficacia notevolmente superiore ad altre sostanze.
Farmaci Procinetici contro il reflusso
I farmaci procinetici possiedono come meccanismo d'azione la capacità di favorire la motilità gastrica ed intestinale.
Tra questi composti possiamo annoverare la metoclopramide e il domperidone, usati spesso anche in associazione agli inibitori di pompa protonica determinando anche un effetto antimeteorico oltre che antiacido.
L'aumento della motilità dello stomaco determina un più rapido svuotamento gastrico e la minore permanenza del cibo nello stomaco permettendo dunque una minore risalita del reflusso acido verso lo stomaco. Pur considerando tale caratteristica, sembrerebbe da studi condotti sull'associazione tra antiacidi e procinetici, che tale combinazione non abbia apportato considerevoli miglioramenti nel trattamento della patologia in confronto al solo utilizzo degli inibitori di pompa protonica.
In linea generale dunque possiamo affermare che i farmaci sicuramente più efficaci per il trattamento dell'esofagite sono gli inibitori di pompa protonica. In alcuni casi però questi risultano poco efficaci per assenza di compliance da parte del paziente che o li assume in momenti sbagliati della giornata o a stomaco pieno, non traendo dunque alcun vantaggio dal loro utilizzo; in altri casi tali farmaci risultano semplicemente poco indicati.
Uno studio recente ha dimostrato come l'aderenza terapeutica da parte del paziente aumenti nel caso in cui il farmaco venga prescritto da uno specialista gastroenterologo mentre è minima se il farmaco viene assunto dal paziente come automedicazione. La valutazione di questi casi particolari ha indotto la ricerca dell'utilizzo di nuovi farmaci per il reflusso.
Nuovi farmaci per il reflusso gastroesofageo
Farmaci agonisti dei recettori GABA o farmaci antispasmodici. Tali farmaci definiti anche spasmolitici, antispastici, anticolinergici, rilasciano la muscolatura liscia del tratto gastroenterico agendo come antagonisti dei recettori dell'acetilcolina oppure in modo diretto sulla muscolatura liscia.
Il Baclofen, farmaco di tale famiglia più utilizzato nella pratica clinica, può essere somministrato per via parenterale o per via orale e la sua azione è quella di impedire il rilassamento dello sfintere esofageo, causa principale del reflusso. Purtroppo però l'effetto del Baclofen ha una scarsissima emivita costringendo i pazienti a doverlo assumere più volte al giorno ed aumentando pertanto gli effetti collaterali quali vertigini, spossamento, nausea.
Resine sequestranti gli acidi biliari
In particolari circostanze il reflusso gastroesofageo non è causato essenzialmente dai succhi gastrici ma dal reflusso della bile. Il reflusso biliare infatti consiste nella risalita della bile dall'intestino allo stomaco ed in alcuni casi raggiunge gola e bocca associandosi al reflusso esofageo. I sequestranti degli acidi biliari, utilizzati anche per ridurre i livelli di colesterolo in quanto diminuiscono il riassorbimento della bile al termine della digestione, sequestrano appunto la bile legandovisi e favorendone l'eliminazione attraverso le feci.
Intervento chirurgico nella malattia da reflusso gastroesofageo
In determinate circostanze quali persistenza refrattaria dei sintomi o presenza di effetti collaterali invalidanti i benefici teraupeutici, è necessario ricorrere alla chirurgia.
La tecnica maggiormente sfruttata è di tipo laparoscopico aumentando la pressione dello sfintere esofageo e ripiegando il fondo gastrico attorno al tratto inferiore dell'esofago. Sono state di recente presentate nuove tecniche endoscopiche volte a sostituire la laparoscopia non sempre efficace e di definitiva riuscita.
In conclusione la malattia da reflusso gastroesofageo è una patologia molto comune che trova soluzione nell'utilizzo temporaneo o cronico di farmaci ( quelli d'elezione sono gli inibitori di pompa protonica ), in associazione alla conduzione di uno stile di vita sano ed equilibrato.
Nonostante questi farmaci siano reperibili in farmacia senza bisogno di presentare ricetta medica, è sicuramente utile, nel caso di somministrazioni a lungo termine (dunque di terapia croniche), che il paziente venga seguito assiduamente da uno specialista in modo da impostare correttamente tempi e modi di somministrazione ed evitare un fallimento terapeutico.
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