Come agiscono gli antinfiammatori?
Le infiammazioni non sono altro una risposta dell’organismo a un pericolo derivante da agenti patogeni o da danni tissutali di origine chimica o fisica, che comportano un aumento del flusso sanguigno nella zona colpita dall’infezione o da lesione.
La presenza di tale problema si manifesta con calore, arrossamento, gonfiore, dolore e perdita di funzione, se non trattato può determinare gravi patologie, per questo vengono utilizzati i farmaci antinfiammatori non steroidei.
Questi ultimi svolgono un’azione inibitoria su un enzima chiamato ciclossigenasi (COX), responsabile del metabolismo dell’acido arachidonico, trasformandolo in altre sostanze, dette eicosanoidi, (come ad esempio trombossani, prostaglandine e prostacicline) che, a loro volta, sono alla base dell’insorgere dell’infiammazione.
In poche parole, il compito dei principi attivi contenuti nei Fans è di impedire la produzione di eicosanoidi.
Relazione tra antinfiammatori e effetti collaterali a livello gastrico
Per capire come agiscono gli antinfiammatori e i motivi per cui possono causare disturbi gastrointestinali, bisogna precisare che esistono due forme di enzimi ciclossigenasi:
- COX-1: che si trova nella mucosa gastrica e bronchiale, ma anche nei reni e nel sangue e che si occupa del mantenimento del rivestimento della mucosa gastrointestinale, della funzione renale e dell'aggregazione piastrinica;
- COX-2: un enzima la cui produzione viene stimolata come risposta ai processi infiammatori. Quando assumi farmaci antinfiammatori non steroidei se contengono principia attivi non selettivi, queste ostacolano indifferentemente la produzione di COX-1 e COX-2, facendo insorgere vari effetti collaterali, come le lesioni alla mucosa gastrica, ma anche a livello cardiovascolare e renale.
Cosa sono i gastroprotettori?
I gastroprotettori sono farmaci formulati per proteggere la mucosa dello stomaco dai danni che possono essere provocati da terapie gastrolesive, come quelle a basi di Fans o antinfiammatori non steroidei, ma anche legati patologie che favoriscono la formazione di lesioni a livello gastrico (stress, infezioni da Helicobacter pylori, alterazioni della produzione di acido nello stomaco e deficit di barriera mucosa).
Quando si parla di gastroprotettori si fa riferimento a diversi farmaci, che contengono principi attivi e meccanismi di azione diversa. In particolare, quelli più indicati per neutralizzare gli effetti degli antinfiammatori sono:
- inibitori della pompa protonica: diretti a neutralizzare o ridurre la produzione di acido cloridrico nello stomaco, che vengono utilizzati principalmente per trattare i sintomi della gastrite, del reflusso gastroesofageo e prevenire ulcere causate dall’assunzione di farmaci antinfiammatori o Fans.
In questa classe di farmaci, rientrano l'omeprazolo, pantoprazolo, esomeprazolo, rabeprazolo e lansoprazolo.
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Principi attivi in grado di legarsi alla pompa protonica presente sulle membrane delle cellule parietali della mucosa gastrica, inibendo le secrezioni di acido cloridrico basale o stimolato dall’alimentazione:
- antagonisti dei recettori istaminici H2 (o antistaminici H2): il loro compito è di ostacolare le azioni della istamina quando si lega ai suoi recettori di tipo H2. Tra i principi attivi che rientrano in questa categoria ci sono: la cimetidina, la ranitidina, la nizatidina e la famotidina;
- misoprostolo ( Cytopec): una prostaglandina, che ha come effetto quello di ridurre la quantità di acido prodotta dallo stomaco e proteggere le pareti gastriche. Tale farmaco, aumenta la secrezione di bicarbonato e muco, contribuendo a prevenire le lesioni della mucosa dello stomaco e di ulcere, che si possono sviluppare in seguito al trattamento di patologie con terapie a base di antinfiammatori non steroidei;
- sucralfato (Gastrogel): un composto che svolge un’azione citoprotettiva, in quanto una volta raggiunto lo stomaco, forma un gel sulla mucosa gastrica, che fa da barriera all’acido cloridrico, indispensabile per impedire lo sviluppo di lesioni. Tale farmaco comporta costipazione e un minore assimilazione dei altri farmaci;
- antiacidi: diretti ad attenuare l’eccessiva acidità dello stomaco, vengono impiegati per anche per dare sollievo al dolore epigastrico determinato da patologie gastrointestinali.
Gastroprotettori a chi sono indicati?
- I disturbi gastrointestinali determinati dagli antinfiammatori possono essere contrastati tramite opportune misure di gastroprotezione, soprattutto in soggetti particolarmente a rischio complicazioni, come coloro che:
- hanno avuto un’emorragia o un ulcera peptica non guarita;
- presentano un’infezione da Helicobacter Pylori;
- seguono una terapia con corticosteroidi e anticoagulanti;
- hanno un’età superiore ai 70 anni.
Se rientri in uno di questi casi, il ricorso agli antinfiammatori deve essere effettuato solo quando non trovi giovamento da farmaci da banco come il paracetamolo e scegliendo quelli con un basso livello di gastrolesività, come l’Ibuprofene e con un dosaggio al minimo indispensabile.
Inoltre, una valida alternativa, per i soggetti a rischio che hanno bisogno di una terapia antinfiammatoria a lungo termine, è quella di preferire i COXIB o inibitori selettivi della ciclossigenasi-2 (COX-2).Si tratta di farmaci che appartengono alla classe dei FANS, ma producono i loro effetti solo un tipo di ciclossigenasi, la COX-2, senza incidere sulla produzione di sostanze gastroprotettive.
In generale, ogni qualvolta devi seguire un trattamento con antinfiammatori per periodi medio lunghi, è bene assumere un gastroprotettore per creare una barriera sulla mucosa gastrica ed evitare acidità, bruciori di stomaco, nausea, dolore gastrico e altri problemi che potrebbero essere particolarmente pericolosi.
In caso di terapie brevi, puoi anche utilizzare dei rimedi naturali per salvaguardare le funzionalità dell'apparato gastrico, come tisane al finocchio, pero coreano o alimenti che contengono flavonoidi in grado di proteggere le pareti dello stomaco e prevenire qualsiasi disturbo.