15 marzo 2022

Gastroprotettori e Antibiotici possibili effetti collaterali

Gastroprotettori e Antibiotici possibili effetti collaterali

È noto come gli antibiotici vengano adoperati** per contrastare le infezioni batteriche**. Un esempio è dato dalle bronchiti, o anche dalle polmoniti, trattabili con le sostanze in questione. **Ma a cosa è dovuta l'efficacia degli antibiotici? **L'effetto terapeutico che gli antibiotici possono garantire è dovuto alla particolare capacità nell'eliminare (di fatto uccidere) i batteri che hanno causato l'infezione. In sostanza, l'eliminazione dei batteri non fa che interromperne la replicazione, e dunque la proliferazione.

Va detto, però, che non stiamo parlando di trattamenti "completi", in grado di risolvere qualsiasi tipologia di infezione. Si pensi, ad esempio, all'incapacità degli antibiotici di trattare le infezioni virali - il raffreddore e l'influenza, solo per citare le più comuni. Ciò non toglie che gli antibiotici rimangano un'arma straordinaria contro una vasta gamma di mali differenti. Alcune classi specifiche di antibiotici, infatti, sono pensate appositamente per contrastare determinati ceppi batterici.

Un altro aspetto da non sottovalutare, quando si parla di antibiotici, è l'insorgenza degli effetti collaterali. L'assunzione di tali sostanze può provocare fastidi di tipo gastrointestinale, con tutto quel che ne consegue. A questo punto è utile allargare ulteriormente l'oggetto del discorso, ampliando le argomentazioni e introducendo i gastroprotettori.

L'associazione (dannosa) di gastroprotettori e antibiotici

I fastidi gastrici associati all'utilizzo degli antibiotici hanno consolidato l'abitudine ad assumere gastroprotettori e antibiotici insieme.

Ciononostante alcuni antibiotici, oltre i noti problemi intestinali, possono causare disturbi gastrici come:

  • nausea;
  • mal di stomaco;
  • crampi;
  • bruciore e reflusso.

Generalmente l’insorgenza di sintomi gastrici è più frequente con la somministrazione di alcune classi di antibiotici come:

  • Macrolidi (azitromicina, claritromicina, eritromicina, fidaxomicina);
  • Cafalosporine (cefotaxima, la ceftizoxima, il ceftriaxone, la ceftazidima, etc.);
  • Penicilline (ampicillina, l’amoxicillina, la meticillina e l’oxacillina);
  • Fluorochinoloni (delafloxacina, gemifloxacina, levofloxacina e moxifloxacina).

Partiamo da una definizione, essenziale per circoscrivere fin da subito l'argomento di nostro interesse. Quando si parla di "gastroprotettore" si intende una particolare tipologia di farmaco in grado di ridurre, in termini quantitativi, la secrezione di acido gastrico. L'azione avviene a livello della pompa protonica, la quale viene parzialmente inibita.

Entrando nel dettaglio, l'inibizione colpisce l'enzima responsabile della secrezione stessa. Questo significa che i gastroprotettori tornano utili per trattare disturbi quali il reflusso gastroesofageo o la gastrite, i quali, per l'appunto, hanno a che vedere proprio con un'eccessiva secrezione di acido gastrico.

Veniamo al collegamento con gli antibiotici. In precedenza si è fatto riferimento all'incidenza degli effetti collaterali, di natura gastrointestinale, dovuti proprio all'assunzione delle sostanze antibiotiche. Da ciò si può dedurre che i soggetti, qualora desiderino placare gli effetti dovuto all'utilizzo degli antibiotici, possano rivolgersi proprio all'uso dei gastroprotettori.

Si tratta di un comportamento corretto? Non proprio.

Nello specifico, ad oggi non vi è alcuna linea guida che suggerisca di proteggere lo stomaco, in seguito all'assunzione di antibiotici, facendo uso di farmaci gastroprotettori. Di fatto, gli antibiotici non arrivano nemmeno a provocare lesioni a livello gastrico. Anzi: in alcuni frangenti si può verificare persino un aumento della protezione della mucosa dello stomaco.

-> Leggi anche l'articolo su Gastroprotettori e antinfiammatori

Già, ma quali sono le conseguenze di tipo intestinale che possono manifestarsi in caso di assunzione degli antibiotici?

L'uso di una terapia antibiotica comporta innanzitutto i problemi intestinali. Oltre a tutto ciò, le sostanze possono provocare crampi, mal di stomaco, nausea e anche bruciore.

Particolarmente interessante, per dare maggiori delucidazioni, è fornire una lista apposita delle classi di antibiotici che provocherebbero l'insorgenza della sintomatologia gastrica:

  • penicilline;

  • cafalosporine;

  • macrolidi;

  • fluorochinoloni.

Dunque, da dove deriva l'associazione tra gastroprotettori e terapia antibiotica? Dalla volontà degli utenti, e dalla messa in pratica della stessa, di trovare un rimedio ai disturbi gastrici causati dall'assunzione degli antibiotici.

La pratica descritta, di norma, vede i soggetti assumere prima il farmaco gastroprotettore, e dopo l'antibiotico a lui prescritto. Di seguito due importanti precisazioni:

  • non esistono evidenze scientifiche che supportino l'utilizzo congiunto, nelle modalità descritte in precedenza, dei farmaci antibiotici e dei gastroprotettori;

  • di contro, vi sono evidenze scientifiche che descrivono come possano sussistere conseguenze avverse nel caso in cui si prediliga l'associazione in questione.

Assunzione di antibiotici e protezione dello stomaco: cosa fare?

Si è detto di come gli antibiotici comportino necessariamente l'insorgenza di disturbi gastrici. La prassi può essere evitata? È realmente possibile evitare che ciò accada? Sì, in parte.

Innanzitutto, bisogna precisare che l'insorgenza di gastrite e simili può essere parzialmente scongiurata assumendo gli antibiotici a stomaco pieno. Questo perché i succhi gastrici, prodotti durante la digestione, verranno "utilizzati" per la processazione degli alimenti.

Entrando nel dettaglio, assumere cibo prima di utilizzare l'antibiotico permette di ridurre in modo non indifferente gli effetti della doxiciclina e dell'amoxicillina.

Va detto, però, che esistono alcune classi di antibiotici che, in maniera diametralmente opposta, andrebbero assunti ben lontano dai pasti. Questo avviene nella misura in cui l'esposizione eccessivamente prolungata ai succhi gastrici può comportare una riduzione dell'assorbimento delle sostanze antibiotiche da parte dell'organismo, con la conseguenza di arrivare a ridurre in maniera non trascurabile l'efficacia della terapia stessa.

Dunque, quand'è che andrebbe utilizzato un farmaco per proteggere lo stomaco? I farmaci in questione andrebbero adoperati esclusivamente nel caso in cui un medico abbia valutato in modo approfondito che il proprio paziente necessiti di una terapia specifica. È il caso, ad esempio, dei pazienti che presentino disturbi gastrici pregressi, di natura indipendente rispetto all'assunzione degli antibiotici.

In questi casi potrebbero essere prescritte sostanze che, per l'appunto, vadano a proteggere lo stomaco dagli effetti collaterali degli antibiotici, riducendo la loro incidenza e i dolori conseguenti.

Leggi anche l'articolo "Fermenti lattici quando assumerli?"

Oltre a quanto riportato, i disturbi gastrici provocati dagli antibiotici possono anche essere trattati con gastroprotettori naturali. Stiamo parlando di soluzioni alternative ai cosiddetti inibitori di pompa, benché alcuni antiacidi, che contengano alluminio e magnesio, possono causare una riduzione dell'assorbimento delle tetracicline.

Questo, come osservato in un caso precedente, non fa che ridurre l'effetto benefico della terapia.

Bicarbonato di sodio e antibiotici

Infine, non si trascurino gli effetti del bicarbonato di sodio. Quest'ultimo viene utilizzato come antiacido per trattare la gastrite e altri disturbi gastrici, ma va specificato che la sua incidenza può interferire proprio con le terapie a base di antibiotici. Ecco per quale motivo il suo utilizzo andrebbe moderato.

Conseguenze derivanti da gastroprotettori e antibiotici

Andiamo quindi alla scoperta degli effetti collaterali conseguenti al mix causato dalla combinazione tra gastroprotettori e antibiotici. Mescolare i due farmaci può comportare diverse conseguenze non trascurabili, come evidenziato da diversi studi medici.

Dall'America, ad esempio, si evince che i pazienti che hanno utilizzato maggiormente la prassi descritta abbiano avuto maggiori problemi relativi all'esposizione a problematiche di natura batterica. Ciò dovrebbe convincere a evitare di ricorrere a una simile terapia, poiché l'obiettivo dovrebbe essere quello di proteggere lo stomaco, e non il contrario.

Il mix potrebbe anche portare a divenire più sensibili a infezioni fatali.

Uno studio statunitense, infatti, ha evidenziato come i pazienti in terapia con inibitori di pompa e antibiotici fossero più suscettibili all’infezione da Clostridium Difficile, un batterio causa di dissenteria, potenzialmente fatale.

In particolare il 60% dei casi di infezione riguardava pazienti in terapia con IPP e antibiotici, mentre il 9% assumeva solo IPP e il 13.6% solo l’antibiotico. Tale studio, se da un lato conferma che il solo utilizzo di IPP o di antibiotici di per sé espone maggiormente al rischio di Clostridium, dall’altro rivela come la loro associazione rappresenti la ricetta perfetta per contrarre l’infezione.


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